FAI Attenzione

Il Santuario Pelagos per i cetacei è stato votato tra i Luoghi del Cuore del FAI – Fondo Ambiente Italiano, ma balene e delfini dell’intero Mediterraneo sono un patrimonio di tutti, da valorizzare e conoscere. Non è difficile incontrare cetacei in mare, ma vanno avvicinati con rispetto. Una foto può aiutare i ricercatori a… ritrovare i delfini perduti.

Balene in Mediterraneo? Certo che sì! I nostri mari sono più ricchi di cetacei di quanto si creda, compresa una specie da record, la balenottera comune, il secondo animale più grande mai esistito sulla Terra, e il capodoglio, il più grosso tra gli odontoceti, oltre a diversi delfini e altri cetacei.

L’Istituto Tethys si occupa di ricerca e conservazione di balene e delfini, specialmente quelli del Mediterraneo, da oltre 30 anni. Perché proprio i cetacei? Perché sono specie “ombrello”, proteggendo le quali si tutela anche tutto il resto dell’ambiente marino.

Fin dai primi anni di “pattugliamento” in mare dei ricercatori, il Mediterraneo nord-occidentale si è rivelato una delle zone più ricche di mammiferi marini, tanto da essere dichiarato “Santuario”, protetto da Italia, Francia e Principato di Monaco.

Purtroppo però non basta. I cetacei non conoscono i confini del Santuario, poiché possono compiere facilmente spostamenti di centinaia, anche migliaia, di miglia. E in più, molte sono le minacce che incombono sulla sopravvivenza delle popolazioni, dall’inquinamento, al traffico marittimo, alla morte nelle reti, al rumore sempre più intenso nei mari, ai cambiamenti climatici.

Che qualcosa sta cambiando è confermato anche da un dato recente: da qualche anno una delle specie di cetacei del Santuario non è stata quasi più avvistata. I grampi, delfini un po’ schivi, non abbondantissimi, ma che gli esperti sapevano dove trovare, sembrano svaniti dal Santuario. Per la tutela loro, e di tutta la “catena” che lega gli organismi marini, dal minuscolo plancton ai grandi cetacei, è importante avere una visione di tali spostamenti.

Per questo Tethys e FAI si avvalgono di una grande campagna di Citizen Science (la “scienza fatta dai cittadini”): chiunque va per mare può aiutare, segnalando avvistamenti di grampo, o di altre specie.

CHI L’HA VISTO?
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