Cosa cercare, come fotografare
Alcuni consigli per avvistare più facilmente i cetacei e per riprendere scatti o video che siano davvero utili per la ricerca scientifica
Sembrerà strano ma anche il (quasi) più grosso animale del Pianeta può facilmente sfuggire alla vista e per trovarlo bisogna cercare – avendo in mente cosa cercare.
Delle balenottere e dei capodogli, per quanto grossi, infatti, emerge solo una piccola parte del corpo sopra la superficie dell’acqua e spesso quello che si vede in lontananza è più che altro il soffio. Anche nel caso dei delfini bisogna sapere cosa cercare: un qualche movimento anomalo sull’acqua ed eventualmente degli spruzzi dovuti a salti.
Volendo avvistare cetacei conviene mettersi “di guardia”, a turno, almeno due persone alla volta, una per lato della barca. Anche delle condizioni del mare bisogna tener conto, poiché è con la “piatta” che è molto più facile avvistare, anche da lontano possono essere buoni indicatori di presenza.
Oggi i ricercatori sono in grado di riconoscere i singoli individui da determinate marcature naturali, diverse per ogni specie. Si può quindi tentare, se la situazione lo consente, e se non si disturbano gli animali, di ottenere scatti o video utili per identificare l’individuo.
In questo caso, le regole sono:
Saranno utili le foto di tutte le specie di cetaceo, ma al momento i ricercatori sono particolarmente interessati ai grampi, che sembrano aver abbandonato la loro area consueta. Per questo le segnalazioni, da qualsiasi zona, saranno davvero preziose, perché potrebbe trattarsi di qualcuno dei grampi “conosciuti” nel Santuario. Tethys ha infatti catalogato ad oggi 272 individui nel Ponente ligure, un lavoro che consente di ricostruire la storia dei singoli animali, le loro associazioni e perfino di ottenere delle stime della popolazione.
Nei grampi sono soprattutto le graffiature a costituire una sorta di “impronta digitale” unica per ciascun individuo, soprattutto quelle sulla pinna dorsale.
Cosa fotografare se si incontrano specie diverse dai grampi o altri delfini e balene? Il profilo della pinna dorsale è sempre utile, tranne che nelle stenelle (che non vengono al momento “censite”) e nel capodoglio, per cui è utile invece il profilo della coda, quando si staglia sopra l’acqua, al momento dell’immersione. Segni e graffi sul corpo, possibilmente da entrambi i lati, sono utili in ogni caso. A volte possono esserci cicatrici o altri segni particolari (per esempio dovuti a una collisione o a una ferita con attrezzi da pesca).
Specie | Cosa fotografare | Note | Esempio |
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grampo | profilo pinna dorsale, graffi su entrambi i lati del corpo |
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tursiope | profilo pinna dorsale, eventuali segni su entrambi i lati del corpo |
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globicefalo | profilo pinna dorsale, eventuali segni su entrambi i lati del corpo |
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balenottera comune | profilo pinna dorsale, colorazione bianca dietro la testa sul lato destro, eventuali segni su entrambi i lati del corpo | data la colorazione asimmetrica, si utilizza solo il lato destro per la fotoidentificazione. Fotografare la sinistra solo in presenza di cicatrici o segni particolari | |
capodoglio | profilo della coda da dietro al momento dell’immersione, eventuali segni su entrambi i lati del corpo | non serve la pinna dorsale, che non ha un profilo netto |
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zifio | profilo pinna dorsale, eventuali segni su entrambi i lati del corpo |
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delfino comune | profilo pinna dorsale, la chiazza bianca al centro della pinna dorsale se presente |
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stenella striata | – | per questa specie, molto numerosa e con poche marcatature naturali, non sono in corso al momento studi basati sulla fotoidentificazione, ma solo sulla presenza |