I cetacei del Mediterraneo
Una per una le otto specie di balene e delfini che si possono avvistare nei nostri mari, come distinguerle, a cosa fare particolare attenzione, come osservarle
Anche se trascorrono tutta la vita in mare, balene e delfini sono più simili all’uomo che ai pesci; i mammiferi marini infatti respirano aria con i polmoni, sono omeotermi (cioè hanno sangue “caldo”), non depongono uova bensì partoriscono piccoli vivi cresciuti nel ventre della madre (anche nei cetacei è praticamente sempre un solo figlio per volta).
Gli antenati dei cetacei erano piccoli quadrupedi terrestri, che nel corso dell’evoluzione hanno “deciso” di ritornare alla vita acquatica, adattandosi all’ambiente marino anche a costo di cambiare radicalmente i propri connotati. Nel corso di milioni di anni hanno sviluppato delle pinne e una coda adatta al nuoto, perso le zampe posteriori, mentre il naso si è spostato in cima alla testa: così lo “sfiatatoio” è il primo a emergere alla superficie quando il proprietario risale per respirare (emettendo il soffio tipicamente visibile nelle specie grandi).
I cetacei si dividono in due gruppi: gli odontoceti, come i delfini, che sono dotati di denti, e i misticeti, come le balene, che hanno invece i fanoni, lunghe lamine cornee pendenti dal palato, che servono a filtrare plancton e altre piccole prede. Fa un po’ categoria a sé il capodoglio che, pur avendo la stazza di una “balena”, è dotato di denti, ed è un attivo cacciatore.
Al mondo esistono un’ottantina circa di specie di cetacei; di queste, otto vivono stabilmente anche in Mediterraneo.
Per identificare a che specie appartiene un animale avvistato, vedi le chiavi di riconoscimento